venerdì 13 agosto 2010

11 agosto
Sto contando i giorni che mancano alle mie meritatissime vacanze e all'arrivo di Alberto, allo stesso tempo però so che coincidono con gli ultimi dieci giorni qui. E poi a casa, a Torino e alle solite cose, e speriamo anche a qualcosa di nuovo. Sono appena uscita da quell'inferno di cucina, è mezzanotte passata. Questa è la settimana peggiore, come preannunciato da tutti; ogni anno la prima settimana di agosto al Café Sport è tutto tranquillo, perché coincide con la Semana do mar. La città si riempie di bancarelle e di stand gastronomici regionali, tutte le sere ci sono concerti, insomma, c'è vita. Tutti sono in giro a non farsi scappare l'occasione di mangiare carne di touro bravo, formaggi e prosciutti da paura e mille porcherie, quindi nessuno viene a mangiare al Peter's.
In effetti così è stato. Una bella settimana, di lavoro, sì, ma dosato bene. In quell'inferno di cucina abbiamo trovato perfino il tempo di ridere e dire stronzate, di cucinare senza ammazzarci di gomitate per accaparrarci spazio vitale per guarnire un piatto decentemente.
Siamo anche riusciti ad ubriacarci. Giuro che non avevo mai lavorato da ubriaca prima d'ora, e credo che non lo farò capitare più. È successo che il capo, quel sabato lì, data la situazione tranquilla, si è preso famiglia, amici e barchetta e se n'è andato alla festa di S. Roque, sull'isola di Pico. Ed ecco che, via il gatto, quattro furbetti del bar decidono di ballare alla grande. Tequila, sale e limone per tutti. Ore 19. Non ne avevo tanta voglia ma la situazione era troppo divertente, quindi anche io mi sono tirata giù il mio shot. Dopo dieci minuti le gambe sono diventate di legno, un rincitrullimento imbarazzante, ma rincuorante vedere che tutt'intorno le squinzie dei fornelli erano più devastate di me (questo perché per fortuna avevo mangiato latte e nesquik coi cereali prima di uscire di casa). In tutto questo la signora Lourdes (la pazza, vedi post precedente) osservava di sbieco dagli occhiali spessi, pelando patate ed emettendo suoni da avifauna ad ogni risata. Se la sarà vista brutta quando, salita su una scala per sistemare una pentola in un ripiano alto, Cleide (la più rovinata) la afferra per le gambe e, scuotendola, grida: “attenta Dona Lourdes!! Il terremotooo!!! Si tenga forteee!!!” ...Dona Lourdes, non più una ragazzina, inizia a miagolare qualcosa di incomprensibile con quella voce da perpetua e si tiene forte, una scena crudele ma bellissima.
Questa lunga parentesi sulla settimana tranquilla serviva per parlare della settimana caotica, cioè questa.
Non ho più voglia di lavorare, ho voglia di girarmi queste isolette che ho intorno. E ancora una volta la mia isoletta, quando arriva Alberto. Ma per questo bastano mezza giornata e una macchina.
Perchè le Azzorre non sono una meta turistica se sono così belle? Perchè sanno come far saltare i nervi a chiunque cerchi timidamente di esplorarle. Ora, non dico il tamarro cerebroleso che ha bisogno della vacanza organizzata, di ombrellone, discoteca, animazione e doccia calda in spiaggia...certo, lui qui morirebbe di tedio. Parlo di una persona normale, che ha voglia di conoscere e che ama la natura (anche perché qui oltre alla natura non c'è un bel niente. Ah, sì, il Peter's), che si adatta abbastanza alle situazioni... insomma, io. Nessuno qui che decida di mettere due barche in più a girare per le isole durante l'estate? No, neanche a parlarne. Arrivi su un'isola e ci devi crepare una settimana (dico crepare perché isole come Corvo e Flores si girano in un'ora, e dopo che hai girato che fai?? Leggi in spiaggia, sì, ma potevi farlo anche a Bordighera). Poi con calma vengono a riprenderti e puoi tornare a casa, o andare da qualche altra parte.

12 agosto
Questa sera il capo è impazzito, ogni tanto sbrocca, ma stasera ci ha dato proprio dentro. Arriva in cucina, è teso, inizia a chiedere se va tutto bene e se riusciamo a stare dietro a tutto, ma se per caso qualcosa ritarda a uscire dalla padella impazzisce, perde il controllo. Inizia a balbettare pericolosamente, ripete tutto tre volte come se stesse facendo il tifo allo stadio, ma arrabbiato, tipo: “per che tavolo è questo? Per che tavolo è questo? Per che tavolo è questo? La bistecca, la bistecca, la bistecca! L'insalata va con questo? L'insalata va con questo? L'insalata va con questo? Sale speciale, sale speciale, sale speciale”. Insomma un martello. Il sale speciale è un intruglio che fa lui, con sale e pepe e altro, che distribuisce generosamente su ogni piatto. ...E quando si infuria io smetto di comprendere, perché balbetta e si mangia le parole. Resto lì, lavorando sveltissima ed efficiente, in attesa di non sentire mai pronunciare il mio nome. Stasera dopo ripetute sfuriate si è calmato (ma io non lo sapevo ancora...), è arrivato in cucina e ha detto “Giada!” con quella voce tuonante... “ci sono due italiani di là, gli ho detto che abbiamo una cuoca italiana, e che sei stata tu a colorare di nero la pasta, ahahahahah!!!”.
Abbiamo in menù la pasta al nero di seppia con sughetto di gamberetti e porri. Buona. Un po' scottina, naturalmente, non ce la fanno a scolarla al momento giusto, niente da fare.
E comunque la tensione si è sciolta.
Fa specie quando il capo ride, perché succede di rado. Ma quando ride sembra la caricatura del più classico dei marinai pescati dall'immaginario collettivo (o solo mio?): uagh uagh uagh! Una roba del genere. Mi fa scassare.
Ma torniamo al turismo nelle isole.
Il primo giorno qui a Horta, entro nell'ufficio del turismo per fare un po' di domande riguardo ai mezzi per muoversi sull'isola. Sì, c'è un pullman che attraversa la città e arriva fino alla spiaggia di Almoxarife, ecco gli orari. Uno la mattina e uno alle sei del pomeriggio. E poi? E poi basta. E se volessi andare a vedere il cratere, nel bel mezzo dell'isola, o Ponta dos Capelinhos? Sì, ci sono i taxi. Ma costa un sacco! Sui trenta euro, andata e ritorno, se ti fai aspettare, altrimenti vai, poi provi a chiamare un altro taxi che ti venga a prendere, ti costa meno. Ah. E se per qualche ragione non riesco a chiamare il taxi passo la notte sulla lava a picco sull'oceano?
Oppure affitti una macchina, è il modo migliore per girare.. Sì, ma io rimango qui due mesi, mi piacerebbe riuscire a muovermi spesso, andare qua e là, un pomeriggio ogni tanto... Iiiihh...ma se stai due mesi fai amicizia, vai in macchina con gli amici!!! Consiglio professionale dell'operatrice turistica. Ho sperimentato sia la modalità affitto-auto in solitaria che quella della gita con l'amica e con la sua macchina. Belle entrambe, ma poco immediate. Non può saltarti in testa di andare a fare un giro qui o là, al volo, se hai due ore libere. Devi pianificare. Dopo un mesetto di senso di oppressione, tipo mosca intrappolata nel bicchiere, ora sono tranquilla e mi basta Porto Pim, la mia spiaggia.

martedì 3 agosto 2010