venerdì 30 luglio 2010

Dopo il primo mese

E insomma, un mese è passato, a momenti volando a momenti così lento da farmi diventare pazza.
Solo dopo un mese comincio a stare bene. Mi sto abituando ai ritmi lenti, al nulla che c'è intorno, ai lunghi pomeriggi che passo da sola tra il turno del mattino e quello della sera.
Mi sto abituando anche a questo lavoro e alle persone che lavorano al Cafè Sport.
Durante il fine settimana - in realtà durante l'unico giorno che ho libero - mi ricarico e cerco di incamerare tutto l'ossigeno possibile per poter reggere la settimana che viene.
Il lavoro è pesante fisicamente, d'accordo, ma a volte anche gratificante. Posso vantarmi infatti di aver portato qui: pasta alle sarde alla siciliana, cannelloni ricotta e spinaci, arancini, crostata alle fragole e alla nutella,nonchè un'inaspettata salsina agrodolce per accompagnare i banalissimi tacos o nachos o doritos che dir si voglia (le patatine di mais), già gia.
Di ritorno un mare di ricette, alcune del Portogallo continentale, altre delle isole, cercando di lasciar fuori quelle più contaminate e internazionalizzate.
Ho acquisito uno stile da cuoca incazzata, il mio portoghese si sta perfezionando ma è un portoghese zeppo di scivoloni sulle pronuncia regionale (nooooo!!! non volevoooo!!!), in cui le e diventano o, per esempio, ed è un portoghese urlato, perchè altrimenti in cucina nessuno ascolta, branco di asini.
"Tavolo 2,!!!!" ..."ou, questa zuppa è qui da tre ore, ormai è fredda, e poi è colpa delle cuoche che sono lente, vai e scaldala, muoviti!" .... " come a che tavolo va questo piatto, sai leggere? hai fatto le elementari?" Insomma, è una parte che si recita, poi in realtà sono gentile con i camerieri diciassettenni, ma è troppo divertente urlargli dietro. E poi la cuoca italiana (con l'accento inconfondibile e il gesticolare continuo è una caricatura; e a me piace questa parte, la trovo divertente. All'inizio tutti volevano imparare l'italiano, era una sfilata di gente che veniva in cucina a dire "Buongiorno principessa!" "Pomodoro! pomeriggio!" "Penso che un sogno così non ritorni mai piùùùùùùùù..." e via dicendo. Ora la febbre dell'italino è quasi passata e finalmente tutti pronunciano bene il mio nome.
Lavoro con due cuoche brasiliane, una furiosa e velocissima, sempre incazzata, l'altra lenta da farmi saltare i nervi, così enorme e ingombrante che quando c'è da correre e te la trovi tra i piedi è davvero un problema. E poi ci sono tre aiutanti, Maria, una signora di Madeira che lava i piatti (è la mia preferita), Lourdes, una signora pazza che sbuccia patate e tutto il resto e quando ride sembra un gallina (un po' a odio e un po' mi fa tenerezza), un esercito di camerieri tra i 15 e i 40 anni, José, il muto, che fa i lavori pesanti e le pulizie e tutti gli altri.
L'isola è il Cafè Sport, quel posto è il centro vitale di tutto, dove tutti si trovano, anche gli isolani, che dicono di odiarlo, ma tanto gira e rigira son sempre tutti lì.
Ci sono anche altri posticini carini in città, il mio preferito è il Caffè di Porto Pim, dietro casa, dove vengo sempre a prendere il caffè l mattina e dove in questo momento sto scrivendo.
È la mia base operativa, arrivo qui attrezzatissima, portatile e cuffie, e via con le chiamate Skype e le e-mail. A seconda che ci sia il sole o no il proprietario arriva nel dehor dove son seduta e mi sistema bene l'ombrellone per farmi ombra; sono gentili.
In generale sono tutti gentili, solo un po' tanto chiusi, ma va bene così.

venerdì 16 luglio 2010

o Pico


...o Pico, così lontano che la luce lo attraversa, così vicino da entrare da tutte le porte. Veramente, sembra un effetto magico di luce, un fantasma messo lì di proposito per illuderci e basta. Prende tutti i colori: ora è violetto, poi diventa rosso. In ogni momento una nuova trasformazione. Tutto il cielo dorato e o Pico viola. Pomeriggio, e la luna enorme che nasce dietro quel muraglione immenso che arriva al cielo. È maestoso e magnetico. È lì presente come un'onda gigante che sta per investire Faial. Questa sera è come un sogno: il cono molto nitido emerge dalle nubi bianche che lo avvolgono e che sembrano elevarlo in trionfo al cielo. … Se io vivessi qui vorrei una casa e un letto da cui poter vedere solo o Pico. Mi riempirebbe la vita.
Raul Brandão, As ilhas desconhecidas, 1924.